AVSI, al via il rinnovo e l’apertura dei sostegni a distanza
Al via il rinnovo e l’apertura dei sostegni a distanza. Abbiamo iniziato incontrando Andrea Nembrini, testimone dall’Uganda, che ha raccontato della vita dei “nostri” bambini nello slum di Kireka, suscitando interesse vivissimo tra gli ascoltatori. Di seguito le impressioni di Krystyna, una delle studentesse presenti all’incontro, impegnata nel PCTO del sostegno a distanza.
Anche quest’anno si riparte con le conferenze del progetto SAD-AVSI, una grande opportunità per sensibilizzare i ragazzi su realtà per lo più estranee alla loro. Il primo incontro si è svolto con un grande personaggio, un professore della Luigi Giussani High-school di Kampala situata in Uganda, Andrea Nembrini. Egli ha raccontato ai ragazzi le origini della sua scuola, sorta dalla collaborazione tra Rose (un’infermiera) e una comunità di straordinarie donne ugandesi affette dalle cosiddette “bush wars”, sia psicologicamente sia fisicamente, perché colpite da AIDS.
Con l’aiuto di Rose queste donne avevano trovato un luogo sicuro per incontrarsi, un luogo di comunità e avevano cominciato a risparmiare una parte del loro guadagno (di mestiere fanno le spaccapietre). Avendo racimolato una quantità cospicua di soldi decisero di spenderli nella loro comunità. Rose voleva costruire un ospedale, d’altronde era un’infermiera e vedeva questa esigenza tra la sua gente.
Le donne però non vollero un ospedale, ma una scuola per un motivo molto semplice: certo con un ospedale puoi curare le persone fisicamente, ma se queste dapprima non hanno un motivo di esistere, un senso di gioia e di comunità come potranno volere curarsi e per di più, dicono le donne, “i nostri figli non hanno un luogo come noi con il nostro centro di comunità , serve un luogo sicuro anche per loro”.
Per contestualizzare a chi legge e a chi pensa: non ci sono già altre scuole in città o nei luoghi circostanti? Perché c’è una necessità così forte di questa struttura? Le scuole in Uganda esistono ma sono basate sulla violenza e la meritocrazia esasperata. Chi è un alunno mediocre non esiste agli occhi dei maestri che hanno la libera facoltà di infliggere danni fisici sui loro studenti. Uno degli aneddoti di Nembrini è che quando cercava di assumere staff docente per la scuola (basata sulla non violenza e la cordialità) chiedendo al potenziale docente se era in grado di non usare il bastone (o picchiare i ragazzi), solitamente questo scappava o diceva “Ma è impossibile!”. Inoltre le scuole non prevedono pasti per gli alunni che più spesso che non in certe aree dell’Uganda non hanno la possibilità di mangiare durante le giornate perché economicamente ridotti alla fame.
La scuola creata da queste donne è una scuola che vuole insegnare a una generazione futura di adulti che esiste un qualcosa all’infuori dalla violenza (propagata da anni e anni di guerra e conflitti tribali), vuole essere una cura a ogni singolo perché scopra il suo valore, vuole essere un centro dove si cominci a riparare il tessuto sociale della propria comunità. Per questo hanno costruito una scuola e non un ospedale.
Di fronte a questioni di questo genere c’è l’invito ai ragazzi presenti, ai docenti e ai genitori di riflettere su quello che possono fare per le esigenze della loro comunità, nel loro piccolo , cosa possono fare per aiutare persone attorno a loro come hanno fatto queste donne che sono partite da una posizione dove non avevano nulla e hanno creato un mondo per generazioni a venire del loro pezzetto di mondo.
Il piccolo che cerchiamo di fare in questa scuola è aiutare questi ragazzi, in Africa e in altri paesi, attraverso il sostegno a distanza , un progetto in cui ogni classe che voglia farlo sostiene con una quota di 312 euro all'anno un ragazzo nel suo percorso scolastico sostenendo così le comunità locali di quel paese. Anche quest’anno vogliamo rinnovare con voi i sostegni e durante l’anno svolgeremo altre conferenze collegandoci con i ragazzi che sosterremo nei diversi paesi.
Krystyna